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Nei differenti paesi e settori industriali un'assai elevata percentuale di imprese cessa di esistere nel corso del primo stadio di vita, per convenzione corrispondente ai primi cinque anni successivi alla nascita. La vulnerabilità, dunque, è un carattere comune alle imprese giovani e alle start-up, indipendentemente dal luogo e dal periodo nel quale nascono e dal loro campo di attività. Il volume "La vulnerabilità delle imprese nella fase di start-up. Analisi ed interpretazione delle cause" pone in luce come il fattore di debolezza comune a queste imprese è la carenza di reputazione. In mancanza di una storia che dimostri la capacità di mantenere fede agli impegni, esse incontrano difficoltà a costruire rapporti fiduciari solidi con i clienti e gli stakeholder. È facile che questi fragili legami si recidano, determinando la perdita di clientela e la "fuga" delle risorse umane, tecniche e finanziarie di cui necessitano per sopravvivere. Al momento della nascita la quasi totalità delle imprese è di piccole dimensioni e presenta i fattori di criticità propri delle imprese minori: la sottocapitalizzazione, l'elevato rischio operativo e finanziario, l'inadeguatezza del sistema informativo, la carenza di risorse umane con elevate competenze, i costi unitari più elevati rispetto alle imprese di maggiori dimensioni. Vi sono poi altri fattori di debolezza "specifici" derivanti dalle peculiari caratteristiche di ciascuna di esse, i quali si possono combinare anche con errori decisionali commessi in sede di progettazione. È possibile mitigare la vulnerabilità delle imprese giovani utilizzando il piano strategico per accelerare il processo di costruzione della reputazione aziendale, identificare e correggere errori di progettazione della nuova entità economica, valutarne la sostenibilità economico-finanziaria, competitiva e sociale e per sintonizzare l'idea imprenditoriale, il modello di business e le caratteristiche strutturali ed operative dell'impresa con il mercato.